Friuli, terra di passaggio di culture. Ci troviamo a 2 km dal confine sloveno sulle pendici del Monte Calvario nel Collio. A 20 km verso sud: il mare, a 30 km verso nord: le montagne. Viviamo tra gli estremi, lavorando vigneti semi - eroici. Terrazzamenti ripidi composti da rocce friabili: la Ponca (Opoka sl.) – composta da marne arenarie stratificate. L’estremo fa parte anche della nostra storia dove negli ultimi 100 anni la terra ha sofferto le guerre e poi l’abbandono di terre vocate.
La nostra realtà è figlia di tutti questi cambiamenti. Dodici ettari di superficie vitata sono il frutto di tre generazioni della famiglia Podversic. Il mezzo ettaro a San Floriano ci riporta alla generazione del bisnonno Hermenegild che ebbe tre figli. L’ultimo, nonno France ha gestito l’osteria di famiglia per tutta la sua vita. Portava in sé una grande passione per la Natura e il vigneto decidendo di acquistare nel 1970 2 ettari a Gradisciutta e così vinificare il vino per la mescita. Dietro al banco dell’osteria nacque e crebbe Damijan, condividendo la stessa passione con il padre France. Sognatore determinato, non perse tempo a iniziare subito nel 1987 a coltivare e riscoprire vigneti abbandonati per produrre poi la prima bottiglia nel 1998.
Figlia di tutti questi percorsi è anche Tamara, la seconda dei tre figli di Elena e Damijan. Insieme stiamo crescendo con i vigneti nella consapevolezza che la terra non ci appartiene, ma che ne stiamo custodendoi valori. Una viticoltura sensibile, incentrata sul linguaggio della Natura ci porta a scoprire anno dopo anno le esigenze della vite nel rispetto del suo equilibrio. Il vino è frutto del lavoro annuale nel vigneto, la cantina invece solo la mano che trascrive l’impegno raggiunto.
Dal 1994 abbiamo scelto di piantare solo le varietà autoctone come il Tocai Friulano, la Malvasia e la Ribolla Gialla nel rispetto delle caratteristiche pedo-climatiche. Terreni rivolti per verso sud e sud-ovest, con impianti fitti di 8.000 ceppi per ettaro, defogliazioni mirate e rese basse, ci permettono di concludere il ciclo della vite con il seme dolcemente maturo.
Il pensiero che ci accompagna su queste colline è di ridare loro la voce attraverso il bicchiere, ritrovando gli estremi che le caratterizzano: le montagne e il mare, il vino croccante e il ritmo caldo o freddo delle vendemmie. La nostra mano invece solo come appiglio per tenere teso il filo rosso della vita dal vigneto alla cantina, per far sì che questi terreni non vengano più abbandonati.