Vigneti
23 ettari, vicino al mare, dove la vite è spesso maritata a pioppi e olmi.
Uve e vitigni
Il vitigno principe è l’Asprinio, che I Borboni ha reso grande, ma fuori dall’Agro Aversano sono coltivati anche Coda di Volpe e Aglianico.
Terreno
L’Agro Aversano dove è coltivato l’Asprinio è prevalentemente sabbioso, di origine vulcanica, ben ventilati grazie alla vicinanza del mare. Altri terreni nel beneventano sono di origine detritica e alluvionale.
Sistema di coltivazione
Gli interventi sono ridotti al minimo, e in vigna non sono utilizzati concimi. L’Asprinio è coltivato con la tipica Alberata Aversana, che raggiunge i 20 metri d’altezza, mentre gli altri vini sono coltivati a Sylvoz e Guyot.
Vinificazione
Interventi minimi, con fermentazioni a temperatura controllata per 15 giorni e maturazioni in acciaio.
Perché è in Vinevo
Carlo ‘66 e Carlo ’72: i cugini Numeroso, due protagonisti nelle vicende dell’Asprinio e dell’agro aversano. Parlare con loro di vino, storia e territorio era tuffarsi in un racconto entusiasmante fatto di passione, di viticoltura eroica e spericolata, di terreni prosperi e vulcanici. Quasi per magia, camminando con loro tra i filari, ti sentivi Gulliver nel regno di Brobdignag, nano tra le viti che salivano nel cielo oltre i 15 metri. Vedevi ceppi di Asprinio ormai ultrasecolari su piede franco, che avrebbero potuto raccontarci di quando lo spumante di Asprinio ravviva le feste di corte dei d’Angiò e dei Borboni.
C’erano scale infinite, strette e pesanti, ed era quasi inimmaginabile che venissero risalite da un uomo per raggiungere quei filari maritati ai pioppi.
Alla fine di questo breve viaggio veniva spontaneo ringraziare i cugini Numeroso per aver coltivato una passione così forte. Per aver evitato l’estinzione dell’Asprinio e per averci dato la possibilità di berlo con infinito piacere.
Insomma, dell’Asprinio ci si innamora e lo ha capito bene anche Nicola, entrato in azienda giovanissimo con il compito di sostituire il padre Carlo ’66, che purtroppo ci ha lasciato troppo presto.