Miti da sfatare

A che temperatura va servito il vino?

Conoscere la giusta temperatura di servizio è importante per godere al meglio di una buona bottiglia di vino.

Ci sono davvero delle regole per la temperatura del vino? E quali?

“Il vino bianco lo voglio bello ghiacciato” “Il vino rosso mi raccomando che sia a temperatura ambiente” A chi non è capitato di sentire queste frasi, ripetute allo sfinimento? Luoghi comuni che sembrano verità assolute, ma la verità sulla temperatura di servizio è ben altra cosa.
1.

Il vino bianco bello ghiacciato

Iniziamo dal vino bianco. Una temperatura ghiacciata rischia di farci perdere molto del vino che stiamo per assaporare. Infatti se è troppo bassa ci perderemo tutti gli aromi caratteristici. Finiremo per domandarci che fine ha fatto il profumo di frutta tropicale e di salvia del mio Sauvignon? E ancora, una volta che lo assaggiamo il sapore assomiglierà a quello di un bicchiere di acqua fredda con una piccola punta di alcool. Il consiglio è di servire il vino bianco tra 8° e 10°, con la possibilità di alzare di un paio di gradi se si tratta di un vino secco ed evoluto, con grande struttura che ad esempio ha avuto un affinamento in botte. Diverso il discorso per spumanti e champagne che per dare il meglio hanno bisogno di una temperatura tra 4° e i 6°.

2.

Il vino rosso a temperatura ambiente

Veniamo ora ai vini rossi. Premessa indispensabile è considerare che la “temperatura ambiente” non esiste. Come possono essere uguali le condizioni di Natale e Ferragosto? Non solo, se ci troviamo in Alta Badia oppure in riva al mare nel Salento avremo temperature ben diverse. In altre parole non può essere l’ambiente a guidare la temperatura ottimale di un vino: se ci siamo tenuti da parte una bella bottiglia di Chianti per la grigliata di Ferragosto non lo possiamo certo bere a 32°.

Ecco perché esistono delle temperature di servizio consigliate a seconda della tipologia di vino rosso, che come nel caso dei vini bianchi aumentano in funzione del crescere dell’evoluzione e della struttura. Avremo 12° – 14° per vini rossi novelli e giovani così come per i rosati, 14° – 16° per quelli mediamente affinati, dove si comincia a sentire la presenza del tannino e infine 16° – 18° fino a massimo 20° per i grandi rossi invecchiati con molta struttura dove un maggiore calore ci permette di liberare tutte le sfumature e godere, ad esempio, dei profumi di rosa e viola insieme a fragoline di bosco e liquirizia tipici di un buon Barolo.

Da quanto detto ne consegue che anche i vini rossi possono (e devono) beneficiare di un parziale raffreddamento in funzione della tipologia di vino. Non scandalizziamoci quindi di mettere in frigo una bottiglia di rosso se la vogliamo aprire in piena estate, basta non esagerare. In ogni caso, nel dubbio vale comunque la regola di un paio di gradi in meno rispetto alle temperature consigliate, considerando il fatto che il vino si scalderà una volta versato nel bicchiere.

3.

Come variare la temperatura

A questo punto viene da chiedersi come facciamo a portare la nostra bottiglia alla giusta temperatura. Per raffreddare possiamo utilizzare il frigorifero (che necessita però di tempo) oppure un refrigeratore nelle versioni rigida o a forma di manicotto morbido. E se siamo in emergenza? Se arrivano amici all’ultimo minuto e non abbiamo messo il Trento DOC in frigo e nemmeno il refrigeratore in congelatore? Niente di meglio del classico secchiello con acqua e ghiaccio. In una decina di minuti anche il nostro spumante sarà pronto per essere stappato.

Infine se l’esigenza è quella di aumentare la temperatura, ad esempio per un vino rosso molto strutturato come uno Sforzato della Valtellina appena salito dalla cantina, si può utilizzare un panno imbevuto di acqua tiepida.